PALMA CAMPANIA - Tremendamente bella. La Palmese fa un sol boccone, in 45', della Calpazio e si riprende il suo pubblico, a suon di gol e di giocate da urlo. Prendi il gol di Nappi: cannonata dal limite e Comunale tutto in piedi ad applaudire. Ma rispetto al 2-0 al Serino, non è solo la sua festa, è la festa di tutti. Di una squadra che ha trovato d’un colpo il suo equilibrio, con un Moccia ed un Pastore insostituibili, il suo capitano Angieri, e la fiducia nei propri mezzi. Di un presidente che ha visto materializzarsi ciò che da tempo abitava la sua fantasia: un gioco inebriante ed una tribuna che si stropiccia gli occhi. E’ la festa di Califano: circa un mese fa gli hanno messo tra le mani un cubo di rubik, l’ha voltato e rivoltato fino a trovarne, in partita, la mossa vincente. Accade al 1’ della ripresa: al posto di Trovato dentro Crognale, al fianco di Nappi, Fortino e Pastore. Chi sono? I quattro dell’Ave Maria....

GIOCO INEBRIANTE
Nel 3-0 alla Calpazio c’è molto della mano dell’allenatore venuto da Procida. Perché dopo quattro gare di singhiozzo, nel gioco e nei risultati, e di scelte anche discutibili, ecco la Palmese che non t’aspetti. Veloce, rampante, capace di stritolare ai lati come un cobra o affondare al petto come un pugnale. Dalla partita col Serino sembra passata una stagione. Ma il segreto è tutto nei ritmi di gioco: palleggio corto, scambi rapidi, e più movimento senza palla. Non c’è un ideologo capace di dettare tempi e di verticalizzare il gioco? Poco male: se la palla corre veloce – anche in orizzontale - è più facile trovare zone di campo scoperte dove imbucare le furie d’attacco. E con un Crognale in più (si veda il secondo tempo), anche le palle alte diventano letali. Il gol di Cuomo, lesto sulla corta respinta di D’Orsi, ha solo anticipato un verdetto già scritto.

CUBO DI RUBIK
Dite la verità: chi di voi avrebbe voluto essere nei panni di Mister Califano, un mese fa, quando ha raccolto una squadra che non era tale, e con una classifica da vertigini? Nessuno. Ma lui ha raccolto la sfida, con umiltà e senso della sfida, e ha trovato la soluzione al rompicapo: l’involucro d’un equilibrato 4-4-2 per plasmarvi, all’interno, una squadra polivalente. Predi Moccia, la livella: in mezzo se c’è da ragionare, oppure esterno di centrocampo, per controbilanciare la sfrontatezza di Fortino (o all’occorrenza Valentino). E che dire di Lucio Pastore: ieri terzino, oggi in mediana con licenza d’inventare, domani chissà, forse in attacco. Nel frattempo (non si sa mai) ha già cominciato ad allenarsi, come le 3-0: inserimento senza palla, Nappi lo vede e oplà, palla a giro sul palo lungo.

“AVE MARIA”
Nappi l’estroso, Fortino piedelesto, Pastore la volpe, Crognale testacalda. Sono loro i giustizieri della povera Calpazio, e chissà quante altre vittime mieteranno. Califano non ha scoperto oggi di avere un arsenale d’attacco di primo livello, ma ha provato con mano che, all’occorrenza, può scatenarli tutti insieme. Come al rientro dagli spogliatoi: Crognale entra per Trovato e la Palmese fa il botto: le sue spizzicate innescano a ripetizione la corsa di Fortino e Pastore, dando un senso alle palle alte e costringendo la difesa ospite ad affannosi recuperi. Morale della favola: occasioni a grappoli e soprattutto più libertà per Nappi e i suoi colpi. Come al 20’ della ripresa: palla alla lunetta, passo di lince e bordata sotto la traversa. Adinolfi (mister Serino) in sala stampa: “Con un attacco come quello rossonero c’è solo da pregare”. E allora: Amen.
Fino a ieri, "troppo brutta per essere vera". Ora "tremendamente bella". Il prossimo weekend, contro l'Agropoli, Califano e i suoi devono decidere: qual è la vera Palmese?

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