La maledizione
di Cesarini
PALMA CAMPANIA – Renato Cesarini è tornato a rivivere. Qualcuno
giura d’averlo visto dalle parti di Palma Campania. Di sicuro
c’era nella trasferta di Montefalcione, nelle sembianze
dell’attaccante del Fredane Marino: due gol a cavallo del ’90 e
la Palmese che passa dal 2-0 a favore al 2-2. E’ la terza
rimonta di fila, subita nella celebre “Zona Cesarini”. Un caso,
oppure c’è dietro qualcosa di occulto?
La storia narra che la mezzala oriunda degli anni 30, allora in
forza alla Juve, segnasse spesso gol in extremis. Uno in
particolare: 13 dicembre 1931, stadio Filadelfia di Torino, con
la maglia della Nazionale consegna una vittoria insperata contro
l’ostica Ungheria (3-2 il finale). Da lì in poi, nel gergo
calcistico quella sarà la Zona Cesarini. E continuerà ad esserlo
anche dopo la sua morte (1969, Buenos Aires).
Dalle parti di Palma lo sanno bene. Tutto ha inizio in casa
dell’Intrepida (diventata anch’essa un fantasma: ritirata dal
campionato), con una vittoria sfumata dagli undici metri (rigore
di Francese) all’89’. Stesso minuto, stessa sorte con l’Eclanese:
testa di Carbone e pari beffa. Numeri da circo, e per la serie
“sempre più difficile, signore e signori”, la doppia rimonta del
Fredane. Eppure la stagione era iniziata proprio con un
last-minute, stavolta a favore: coppa Italia, Canfora punisce il
Savoia a ridosso del ’90, 1-0. E’ qui che forse nasce la
maledizione: l’ipotesi è che qualcuno non abbia onorato la
memoria di Cesarini. Anche il più scettico, oggi, inizierebbe a
titubare.
Tuttavia, al di là di qualsiasi sortilegio, la Palmese delle
ultime uscite ha evidenziato problemi concreti. In primis, le
difficoltà sulle palle inattive: tre dei quattro gol presi allo
scadere sono nati da corner o punizioni laterali. Difficoltà a
cui si somma l’inesperienza del giovanissimo gruppo rossonero,
non certo impermeabile alla tensione dei finali di gara. Farsi
rimontare due reti a pochi minuti dal successo è un chiaro
sintomo di fragilità. Ma se l’esperienza si acquista col tempo,
ciò che è realmente mancato è l’uomo della “palla in banca”,
quello che anestetizza le partite col palleggio.Le prossime due
sfide in casa, oggi con la Sanseverinese e il 24 con il Rione
Mazzini, possono essere l’occasione giusta per provare nuove
soluzioni. E magari, esorcizzare il fantasma di Cesarini.
Un consiglio a mister Seno: che ci creda o meno, un altarino con
tanto di foto e cero alla memoria dell’oriundo non sarebbero
male. Anzi
Salvatore Grasso |